DRAGHISMO
La democrazia non è la legge della maggioranza, ma la protezione della minoranza.
(Albert Camus)
Il Draghismo si sta dimostrando molto più abile del Berlusconismo e del temuto Salvinismo per la sua grande capacità di coinvolgere tutto ciò che fino ad oggi potevano quantomeno identificarsi col termine di democratico in cui anche le minoranze godevano di una qualche tutela. Ha messo a nudo quel che ormai da tempo la cronaca politica cercava di scoprire: una democrazia virtuale in ogni sua forma, politica, sindacale, economica, associazionistica.
Um male che giunge da lontano.
Il “presidente picconatore” Cossiga consigliò all’ex Ministro dell’interno Maroni la giusta e già utilizzata tattica di porre fine al dissenso: infiltrare nei movimenti agenti provocatori pronti a tutto, lasciare libero sfogo ai manifestanti per qualche giorno, dopodichè, una volta cresciuta la paura nell’opinione pubblica, far intervenire la polizia per “mandarli tutti in ospedale”.(intervista rilasciata il 25/10/2008 al QN.
Ma erano anni in cui ancora si distinguevano maggioranza e opposizione, in cui le minoranze si difendevano e supportavano, per valori o convenienze. Ma era democrazia.
Ma il metodo Cossiga utile per combattere mafie, terrorismo e violenza urbana sembra sia stato quasi reinventato per un uso soft all’interno della società civile.
Infiltrare idee provocatorie, ma da sembrare reali e possibili, con l’ausilio di ogni mezzo di comunicazione per la creazione di miti e mete che solo in pochi (assoggettabili al sistema) riusciranno a raggiungere.
NON TOGLIERE AI RICCHI PER DARE AI POVERI, MA AIUTARE I POVERI A DIVENTARE RICCHI.
Una mera illusione, ma efficace nel momento in cui rendi l’opinione pubblica capace di condividere un unico obiettivo: il profitto prima di tutto e ad ogni costo.
Il “vile denaro” viene consacrato e il potere economico non devi più combatterlo perchè ti consente di lavorare, di vivere, di divertirti senza guardarti intorno, senza pensare.
Uno sviluppo sociale che ha creato un profondo solco tra chi lavora e chi ti concede di lavorare. tra i 1200,00 euro dell’operaio e il milione e passa del manager. Una classe media che sente sempre più odore di povertà. E tutto ciò nei paesi industrializzati.
Nei paesi poveri la fame, le carestie, le guerre sono "NORMALITA’", non ci riguardano.
L’inizio della pandemia ci ha condotti, ma solo per poco, alla realtà. Abbiamo preso atto della nostra illusoria crescita economica, abbiamo scoperto le gravi carenze ospedaliere, le file sempre più numerose davanti alla Caritas, l’improvvisazione delle nostre strutture pubbliche e private.
Un clima di forzata solitudine, chiusi in casa, a cantare l’inno di Mameli dai balconi, colpiti a volte negli affetti a noi più cari, commossi alla vista delle innumerevoli bare. Qualcuno ha azzardato l’opinione che la pandemia ci avrebbe reso “migliori”.
Ma era solo paura. Il virus precedentemente infiltrato ha subito ripreso il sopravvento al punto che, sopita la paura, la società si spacca in due tifoserie e, come tali, incapaci di ogni obiettività di giudizio.
Tutti coloro che si definiscono maggioranza, per convinzione o per paura, devono solo lottare contro la minoranza soltanto perchè contrastano l’economia in crescita.
Dobbiamo pensare al compagno di lavoro, al compagno di banco, come al nemico della nostra precedente quotidianità: lavorare, vivere, divertirti senza guardarti intorno.
Chi vive nella “NORMALITA’” ai disastri precedenti unisce la pandemia.
Chi con la pandemia ha quintuplicato i propri “PROFITTI”.
Chi ha dimenticato il significato del termine “DEMOCRAZIA”.
Non sono problemi nostri.
IPOCRISIA male del nostro tempo.
BARTALK - chiacchiere da bar